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  1. I trader italiani fanno rotta verso Malta
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    Alcuni operatori di mercato professionisti hanno già deciso: meglio espatriare subito, prima dell'entrata in vigore della Tobin Tax europea. Dove? In quei Paesi dell'Unione europea che non saranno colpiti dalla tassa, permettono con facilità il cambio residenza e l'apertura di un'attività e hanno possibilmente un regime di tassazione agevole. Insomma, in Paesi come Malta, entrato a gennaio 2008 nella Ue e diventato una delle mete preferite degli italiani.

    «Qualche mese fa ho chiesto la residenza maltese e sono andato a vivere nella città di Attard. Aprirò una società, che sarà operativa a settembre, assieme a un altro professionista e a un noto sito web che si occupa di finanza, e offriremo servizi di consulenza sui mercati. L'azienda avrà sede a Malta, ma stiamo ancora decidendo se sarà di diritto maltese, inglese o lussemburghese», spiega a Plus24 Biagio Milano, trader indipendente, tra i fondatori dell'Ifmadvisor, l'associazione di operatori e consulenti indipendenti che si era battuta per modificare la Tobin Tax all'italiana.

    Sono due i motivi che spingono i trader a lasciare l'Italia: la futura introduzione della Ftt europea, nel caso in cui fosse applicato il principio di residenza (se si è residenti in Italia, dove è attiva la Tobin, si paga la tassa su ogni strumento finanziario, anche ad esempio inglese) e la fiscalità eccessiva presente nel nostro Paese. «Sono molte le persone che seguono le nostre indicazioni per investire sui mercati: prima di aprire l'attività abbiamo fatto un questionario per capire le esigenze dei nostri clienti e ci hanno risposto ben 570 persone, la maggior parte delle quali affermano di aver perso il lavoro e utilizzano il trading come unica fonte di reddito. La Tobin Tax li penalizzerebbe in maniera eccessiva», sottolinea Milano.

    Malta non è un paradiso fiscale, spiegano dalla Camera di Commercio dell'isola-Stato. Gli utili derivanti dalle società maltesi sono soggetti a un'aliquota di tassazione del 35% ma, nel caso di distribuzione di dividendi, gli azionisti possono chiedere un rimborso fino ai 6/7 dell'imposta totale corrisposta. È facile anche ottenere la residenza: basta dimostrare l'autosufficienza economica, essere assunto da un'azienda, aprire un conto di deposito o un'attività.

    I Maltesi sono però preoccupati, vista l'eccessiva presenza di stranieri, soprattutto italiani, nel Paese: «L'esodo c'è ed è in corso, ma il sistema maltese non è preparato e rischia il collasso. I sintomi ci sono tutti», dicono da Malta. Al momento, spiegano dall'Ambasciata d'Italia alla Valletta, gli italiani sono circa 2 mila su un totale di circa 415mila abitanti, mentre a fine 2012 gli iscritti all'anagrafe erano 1.971, secondo l'annuario statistico del Ministero degli esteri.

    Finora solo due Paesi europei hanno introdotto la tanto criticata tassa sulle transazioni finanziarie: la Francia e l'Italia, rispettivamente ad agosto 2012 e marzo 2013. Gli altri nove Stati favorevoli all'introduzione della Financial transaction tax (Ftt) aspettano invece la direttive europea.

    Gli effetti dell'applicazione
    A Parigi, secondo i calcoli della banca d'affari Bofa-Merrill Lynch, la tassa avrebbe provocato un calo della percentuale della Francia sul turnover europeo dello 0,8%, con un impatto sui volumi, stimato direttamente dalla società mercato Nyse Euronext, nell'ordine del 10-15%. E in Italia? È ancora presto per fare valutazioni, spiegano gli esperti, anche se le ripercussioni sui volumi equity sembrano più forti rispetto ai cugini d'Oltralpe. Attenzione alle nuove quotazioni in Borsa: la tassa potrebbe provocare un forte calo di liquidità nei Paesi dove verrà applicata (oltre a Italia e Francia, Spagna, Austria, Belgio, Germania, Estonia, Grecia Portogallo, Slovacchia, Slovenia), provocando la migrazione delle società su altri listini, come Regno Unito e Paesi Bassi. «Senza lo spauracchio della Tobin tax, Prada avrebbe scelto di quotarsi a Singapore?», si chiedono gli analisti. Ma sui mercati la domanda è un'altra: la Tobin tax, così com'è stata pensata, colpisce davvero i grandi speculatori o finisce per danneggiare quegli investitori che, a causa della crisi finanziaria e della perdita di posti di lavoro, hanno dato all'operatività sui mercati un ruolo sempre più importante nella produzione della ricchezza familiare? Perché non escludere dalla tassazione gli investitori privati?

    Il rinvio del decreto del fare
    In Italia la Tobin tax, che gli investitori inizieranno a pagare effettivamente da ottobre (grazie al rinvio deciso dal Decreto "del fare"), colpisce con un'imposta dello 0,12% (che scenderà allo 0,10% dal 2014) le azioni di società con capitalizzazione superiore a 500 milioni di euro, escludendo le operazioni aperte e chiuse nella stessa giornata (intraday). Sono tassati anche il trading ad alta frequenza e da settembre i derivati. La Ftt Ue dovrebbe essere applicata ad azioni, derivati, obbligazioni, titoli di stato e anche alle operazioni intraday.

    L'esperienza dei trader
    Sul tema, Plus24 ha raccolto le testimonianze di persone che si dedica al trading, diventato una parte consistente del reddito e a volte anche l'unica. Sono, nella media, persone tra 40 e 55 anni, in mobilità da circa due anni, già in precedenza attirate dai mercati finanziari e che hanno intenzione di continuare a operare sui mercati, consapevoli della difficoltà di trovare un altro lavoro. Hanno per lo più un capitale investito ancora ridotto, sono prudenti e non "autonomi", seguono i cosiddetti "segnali operativi" dei trader professionisti e stanno davanti al computer dalle 8 alle 17,30, a volte anche fino alle 22. Come G., 52 anni, che operava sui mercati a livello amatoriale: dopo essere stato licenziato, il trading è diventato la sua unica fonte di reddito. «Ho fatto un corso e sto molto attento. Colpendo anche l'intraday, la Tobin tax Ue mi penalizzerebbe molto per l'impossibilità di seguire i segnali operativi». F., 40 anni, ingegnere meccanico fino a un anno e mezzo fa, lavora sia in maniera autonoma sia seguendo i segnali. Può guadagnare molto ma la variabilità è notevole. Alta la preoccupazione per la Tobin tax Ue: «Con la tassa sull'intraday dovrei emigrare in Paesi come Malta, Svizzera, Tenerife, Romania o operare solo a Wall Street», spiega. D., 43 anni, con un capitale di 15-20 mila euro, riesce a ottenere rendimenti – assicura lui – nell'ordine dei 2mila euro al mese. Come piccolo investitore risentirà molto della Tobin tax, mentre «i trader esperti e gli istituzionali fanno bene a migrare su altri mercati». L. è una new entry, donna, 47 anni, segue i segnali operativi solo da tre mesi. Al momento senza il trading, che le fa guadagnare anche 2mila euro mensili (lei assicura), non riuscirebbe ad arrivare a fine mese.

    Affermazioni interessanti sull'impatto della Ftt. Ma anche assicurazioni, specie sul fronte dei "rendimenti" ottenuti (sempre da verificare e mai garantiti, perché l'attività e rischiosa e si può perdere – come spesso accade – tutto il capitale investito), che vanno attentamente valutate alla luce non solo delle ricerche pubblicate da Plus24 (che hanno segnalato un alto turnover tra i trader improvvisati) ma anche del tempo impegnato e dello stress che questa attività comporta.
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